Per lavorare bene, il metabolismo ha bisogno di pasti sani e leggeri, ma continui (almeno 5 al giorno), e di movimento. Quando ci si sottopone a una dieta ipocalorica, specie se drastica, all’inizio la perdita di peso è rapida: ad esempio, alimentandosi solo con proteine, barrette e bibitoni, si perdono subito i liquidi in eccesso e ci si sente immediatamente più leggeri! A un certo punto, però, non seguendo uno stile alimentare equilibrato e non svolgendo regolare attività fisica, regimi alimentari di questo tipo portano anche alla perdita di massa magra, al conseguente metabolismo lento e a un minor dispendio calorico di base.

Dimagrire in modo sano e definitivo

Ancora oggi, un gran numero di persone collega il concetto di dimagrimento alla mera perdita di peso. In realtà, non sempre perdere peso equivale a perdere massa grassa, specialmente quando ciò avviene troppo rapidamente, perché più rapidamente si dimagrisce, più massa magra si perde. Per dimagrire in modo sano e definitivo, invece, è necessario abbassare la massa grassa ma, nel contempo, incrementare quella magra in modo da far ripartire il metabolismo lento. Questo è possibile solamente:

  1. Seguendo un’alimentazione sana composta da 5 pasti equilibrati al giorno, che consentano di perdere peso in modo realmente efficace, ma non estremamente rapido (l’esatto opposto di quello che propongono le diete-lampo o i prodotti per il dimagrimento, che innescano e mantengono il circolo vizioso e finiscono per far recuperare i chili persi con gli interessi provocando la sindrome dello yo-yo);
  2. Svolgendo una moderata, ma costante, attività fisica (che non significa necessariamente “andare in palestra”).

Il metabolismo basale

Il dispendio calorico dell’adulto dipende da diverse componenti:

  1. Il metabolismo basale, ossia l’ammontare di kcal necessario per il mantenimento delle funzioni vitali a riposo e a digiuno;
  2. L’effetto termico del cibo, ossia la spesa calorica richiesta per la digestione e l’assorbimento dei nutrienti;
  3. La spesa energetica per l’attività fisica, ossia le kcal bruciate facendo movimento;
  4. La “REE” – Resting Energy Expenditure – cioè la spesa energetica a riposo, non a digiuno.

Dopo un periodo di restrizione calorica, l’organismo si comporta come se fosse in letargo: consumando meno calorie per risparmiare quanta più energia possibile. Ne consegue che, dieta dopo dieta, si è costretti a mangiare meno, sempre meno, perché il corpo ha imparato a sopravvivere bruciando poche calorie. Di dieta in dieta, il metabolismo diventa, gradualmente, sempre meno efficiente, “condannando” a una dieta perenne: non (più) per dimagrire, ma per evitare di ingrassare al minimo eccesso alimentare.

Quasi tutte le persone che hanno seguito mille diete ipocaloriche conoscono bene questa storia: si tratta di una forma di obesità da dieta indotta, che deriva dall’innescarsi del meccanismo definito “sindrome del peso fluttuante” o “sindrome dello yo-yo”.

Come riattivare il metabolismo lento

La maggior determinante del metabolismo è il tessuto muscolare, che è direttamente proporzionale alla massa magra, ovvero quella metabolicamente attiva. Aumentare il metabolismo di base significa, quindi, dare al corpo una quantità maggiore di strutture da nutrire, in modo da ottenere un maggior dispendio di energia attraverso i muscoli. Se si possiede poca massa magra, si va incontro al metabolismo lento: il corpo ha ben poco da alimentare e conserva l’energia sotto forma di grasso, in quanto eccessiva, superflua e non richiesta. Se, invece, si incrementa la massa magra, l’energia di riserva (il grasso) sarà utilizzata per sostenere e nutrire il muscolo.

Per riattivare il metabolismo, è opportuno, dunque, capire che: più massa magra si ha, più grasso si brucia e più facilmente (ma in modo equilibrato) si perde peso; al contrario, meno massa magra si ha e più il metabolismo basale rallenta, con conseguente blocco del peso.

Per apprendere e mantenere per sempre un corretto stile di vita, non bisogna ragionare in base a cosa mangiare e cosa no (mentalità tipica del dieter), ma è necessario informarsi, capire. Spesso si ha bisogno di affrontare un percorso più profondo: la psicoterapia rivolta alla gestione del comportamento alimentare è incentrata sull’individuazione e sulla correzione di quelle abitudini alimentari e di vita scorrette che, nel lungo periodo, contribuirebbero a mantenere e ad aggravare determinate situazioni.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com

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