Oggi parliamo di mindful eating, mangiare consapevolmente per sviluppare una relazione sana con il cibo, liberandoci dalle cattive abitudini.

Vita frenetica e abitudini scorrette

Ti ritrovi a mangiare spesso di corsa, quasi senza masticare, in un tempo brevissimo? Tendi a svolgere altre attività mentre mangi, tipo rispondere alle e-mail o guardare la TV? Quando consumi i pasti in compagnia non ti rendi conto di cosa o quanto mangi?

Spesso, la vita frenetica spinge a non considerare il momento del pasto come una priorità o come un attimo di pausa da vivere pienamente. Senza che ce ne accorgiamo, con il tempo si creano, così, delle abitudini alimentari scorrette. La tendenza opposta, che invita a godere appieno del momento del pasto, si definisce mindful eating.

Cosa significa “mangiare consapevolmente”?

Letteralmente, significa concentrarsi sul qui e ora del momento del pasto e implica un insieme di strategie che possono aiutarci a vivere l’atto della nutrizione con intenzione e attenzione, concentrandoci veramente su ciò che stiamo facendo.

Quando pratichi mindful eating diventi pienamente cosciente di come il cibo appare, del suo profumo, del suo sapore. Siamo talmente abituati a considerare l’atto del nutrirsi come istintivo e meccanico che, spesso, non gli diamo l’importanza che merita. In alcuni casi, addirittura, viviamo il cibo come un nemico da cui guardarci le spalle e, quando dobbiamo cucinare e poi metterci a tavola, sperimentiamo un senso di ansia e preoccupazione che iniziamo ad associare al pasto, rendendolo sempre più l’oggetto di ogni tipo di pensiero o emozione negativa.

Il mindful eating, invece, consente di sviluppare un’attenzione specifica:

  1. al cibo in sé: qualità, quantità, consistenza, profumo, sapore…
  2. al vero motivo per cui si sta mangiando: fame? Tristezza? Noia? Ansia?
  3. al modo in cui mangiare ci fa sentire: bene? Male? In colpa? Pieni? Gonfi? Appesantiti?

Gli insegnamenti del mindful eating

Il mindful eating può insegnare a:

  • Imparare ad ascoltare il nostro corpo e distinguere i segnali di fame e sazietà, meccanismo importantissimo per perdere peso in modo naturale e definitivo;
  • Gustare davvero il cibo che stiamo mangiando, assaporandolo senza fretta, masticando con calma ogni singolo boccone, sperimentando la pienezza non tanto di stomaco, quanto del gusto. Avete mai visto un sommelier bere attaccandosi alla bottiglia? No, assapora il vino goccia a goccia. La filosofia del sommelier è fondamentale se vogliamo modificare in modo consapevole le nostre abitudini;
  • Assecondare il tuo appetito e il tuo senso di sazietà: mangiare quando si ha fame e fermarsi quando si è sazi significa seguire le indicazioni inviate dall’organismo. Andare oltre o restringere significa non distinguere bene i messaggi che il corpo manda: mangiare per gola o per placare ragioni di tipo emotivo o restringere troppo ignorando i morsi della fame fa inevitabilmente perdere l’equilibrio al sistema corpo-mente;
  • Masticare bene il cibo, per aiutare sia il processo gustativo, sia quello digestivo. Mangiare di fretta, a volte senza quasi masticare, senza prendersi una pausa o un momento per sé, è deleterio e spinge a sottovalutare l’importanza del pasto. Mindful eating significa essere presenti a se stessi, senza distrazioni e senza fretta!
  • Tenere alla larga qualsiasi distrazione esterna, influendo positivamente anche sugli attacchi di fame nervosa. La fame nervosa (o emotional eating), infatti, coglie chi non presta attenzione a come/quando/cosa/come mangia e, quindi, non trae alcun piacere dal farlo. La sensazione di insoddisfazione che accompagna un pasto frettoloso e poco gradevole spingerà inevitabilmente a cercare altro. Questo è ancor più vero se si segue un regime alimentare dietetico!
  • Accorgersi se si mangia spesso per ragioni diverse dalla fame. Chi soffre di emotional eating mangia per tentare di gestire emozioni difficili come la noia, l’ansia, la tristezza, il senso di vuoto. Solitamente, predilige cibi considerati “proibiti”, ricchi di grassi e zuccheri, e difficilmente si limita a concedersi uno strappo alla regola. Molto più spesso, perde il controllo e non riesce a riallinearsi con il proprio obiettivo. A volte, si abbuffa e spera, poi, di poter compensare digiunando, allenandosi con maggiore intensità e così via. Questo e altri atteggiamenti sono pericolosi per la salute psicofisica e vanno riconosciuti e trattati tempestivamente e con la massima attenzione.

L’alimentazione consapevole non è una moda, né una dieta: è, piuttosto, un atteggiamento mentale e comportamentale sano, di rispetto e amore di sé.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
psicoalimentare@gmail.com

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