Chi, almeno una volta nella vita, ha avuto il desiderio di perdere peso conosce sicuramente il circolo vizioso teorizzato da W. Bennett (immagine sotto).
Diamo insieme uno sguardo a questo schema e scopriamo perché la psicologia può aiutare a dimagrire.

Il rapporto con se stessi, con il cibo e con il movimento

Il rapporto con il cibo è complesso e variegato: ha a che fare con relazioni interpersonali, gusti soggettivi, abitudini di vita… anche il rapporto con il proprio corpo può non essere semplice e, di sicuro, è arduo da semplificare: entrano in gioco fattori genetici, percezione e dispercezione delle proprie forme, rapporto con lo specchio, con i propri ideali, con la femminilità/mascolinità e, non da ultimo, con la propria sessualità. Infine, c’è uno dei tasti più dolenti: l’attività fisica. Per perdere peso bisogna muoversi, si sa… ma muoversi come? Quando? Quanto? E in che modo è possibile affrontare difficoltà personali come vergogna e paura di sentirsi goffi e pesanti in pubblico?

Dimagrire in poco tempo e senza sforzo?

Una semplice dieta non risolve tutto questo, anzi… a volte può aggravare la situazione. Eppure tendiamo a riprovarci dieci, cento, mille volte, perché quello è il solo metodo che in tanti anni ci hanno proposto. Nella peggiore delle ipotesi, a una dieta restrittiva vengono affiancati bibitoni, pillole, integratori… si può arrivare anche alla chirurgia, nella speranza che si possa compiere il miracolo: perdere molto peso in poco tempo e col minimo sforzo

A ogni ripetizione del circolo vizioso, le speranze di farcela diminuiscono, insieme ad autostima, senso di autoefficacia, autocontrollo, autodeterminazione. Lentamente ci si sente condannati, segnati finché, con il tempo, non si cessa del tutto di lottare. Infatti, se non cambia la mentalità, tutto torna esattamente al punto di partenza.

Difficilmente ci si renderà conto di aver sbagliato metodo: molto più comunemente, si tenderà a giudicare negativamente se stessi.

La psicologia può aiutare a dimagrire

Per operare in direzione opposta – e, soprattutto, definitiva – è necessario trasformare il proprio stile di pensiero e di comportamento in un’ottica globale, che tenga conto di storia personale, convinzioni, schemi, abitudini
quotidiane, attitudine al cambiamento e motivazione. Tutto questo è possibile con la Psicoterapia del comportamento alimentare. Infatti, la psicologia può aiutare a dimagrire ma, prima di tutto, insegna a:

  • Recuperare una sana relazione con il cibo
  • Non privarsi mai più di niente
  • Recuperare il senso di fame e sazietà
  • Capire perché spesso ci si rivolge al cibo per problematiche di natura emotiva
  • Smettere di mangiare emotivamente
  • Distinguere la fame vera da quella nervosa
  • Cambiare approccio nei confronti di movimento e attività fisica
  • Ricostruire un buon rapporto con lo specchio e con il proprio corpo
  • Trasformare un “sogno irrealizzabile” in un obiettivo realistico
  • Fare a meno di diete, integratori e sostitutivi del pasto

Il dimagrimento diventerò una naturale conseguenza del cambiamento graduale e definitivo dello stile di vita.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
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