Quando si vive un momento particolarmente doloroso, ansioso o preoccupante, l’ apprensione che si genera nella persona e in chi la circonda può spingerla a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta.

Che si tratti di un blocco negli studi, di un problema sul lavoro, del desiderio di perdere peso o di problematiche relazionali, arriva un momento in cui guardiamo alla psicologo come all’ “ultima spiaggia”, in cui riporre tutte le residue speranze di miglioramento, risoluzione, “guarigione”.

Purtroppo, infatti, ad oggi non viviamo ancora in un contesto socioculturale aperto ed aggiornato, che consideri la psicologia e la psicoterapia come discipline scientifiche (quali sono) diffuse (come la scienza medica) perché utili ad offrire alla persona una concreta possibilità di cambiamento in modo naturale, graduale e non invasivo.

Ragioniamo, ad esempio, in termini di prevenzione: quante situazioni psicologicamente stressanti non vengono propriamente affrontate e finiscono per aggravarsi e cronicizzarsi, costringendo la persona a sottoporsi a visite, esami e cure medico-farmacologiche?

Eppure moltissimi, anche al giorno d’oggi, preferirebbero mille volte rivolgersi ad un medico, piuttosto che ad uno psicologo. Domandiamocene il perché.
Affrontare i propri problemi partendo dalla possibilità di guardarsi dentro, molto spesso, fa paura.
L’idea che, invece, possa darsi una spiegazione clinica al problema e risolverlo con una prescrizione farmaceutica risulta spesso, paradossalmente, molto più tranquillizzante.

In alcune situazioni, dunque, la persona preferisce saltare da una visita medica all’altra, assumere farmaci in quantità eccessive o rivolgersi continuamente al medico di base pur di non affrontare problematiche di chiara natura psicologica: è a loro, chiaramente, che questo articolo si riferisce e, in generale, a tutti coloro che sono scettici da un lato e curiosi e bisognosi di ricevere un aiuto, dall’altro.

Quando qualcuno ci invita a riflettere sulla possibilità che la causa dei nostri problemi sia psicologica, ecco che scatta la molla del dubbio: e se davvero uno psicologo potesse aiutarmi? E se davvero questa situazione potesse sbloccarsi in psicoterapia?

Il dubbio, a volte, ci spinge a comporre, un po’ titubanti, quel numero di telefono. Non sappiamo bene cosa ci aspetti e, spesso, neppure bene “cosa dire”: fissiamo un primo appuntamento, speranzosi di poter avviare una relazione d’aiuto che ci conduca, gradualmente, a star meglio. In altri casi, speriamo che un solo incontro basti a risolvere l’annoso problema.
In altri ancora, invece, si resta titubanti e non ci si sente sicuri di volerlo fare. Davvero ho bisogno di uno psicoterapeuta? Non posso risolvere i miei problemi da solo/a? E se provassi a sentire qualcun altro, magari mi consiglierebbe di fare qualcosa di diverso… ? Non ho voglia di confidarmi con un estraneo. Oppure (come fosse una fede religiosa e non una disciplina scientifica): “non credo nella psicoterapia”.

…Ma quella “vocina interiore” – e, magari, amici e parenti – continua ad insinuare il dubbio:“E se, invece…?”
Perché, dopotutto, desideriamo star meglio e faremmo qualsiasi cosa pur di raggiungere il nostro obiettivo.
E tutto quello che abbiamo tentato finora, evidentemente, non ha funzionato.

Ma siamo realmente pronti ad avviare una psicoterapia?
Qui propongo un breve esercizio cognitivo-comportamentale per aiutarvi a capire se siete nel momento adatto della vostra vita per avviare un percorso terapeutico. Svolgere questo semplice esercizio potrà aiutarvi a sondare la reale motivazione al cambiamento, la disponibilità all’apertura, al dialogo, all’ascolto ed al mettervi in gioco da un punto di vista psicologico.

Nello svolgere questo esercizio, è fondamentale tentare di essere onesti con se stessi; trovare uno spazio personale in cui scrivere senza rischio di interruzioni; provare a concentrarsi nella lettura di e nella risposta ad ogni singola domanda.

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Risponda alle seguenti domande considerando una scala da 0 a 10, laddove lo 0 equivale a “per niente” e il 10 a“moltissimo”.

Sono realmente disposto a modificare il mio stile di vita in funzione del raggiungimento dell’ obiettivo?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

Sono disposto a considerare la psicoterapia come una priorità in termini di impegno economico, temporale e mentale?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

L’idea di avviare un percorso terapeutico in questo momento, mi fa sentire meglio?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

Mi sento davvero pronto ad iniziare un percorso terapeutico?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

La scelta di contattare uno psicoterapeuta è stata mia?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

Nel caso in cui si risponda da 0 a 5, risponda anche a questa domanda:

Credo di essere d’accordo con chi mi ha suggerito di contattare uno psicoterapeuta?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

Sento di avere dei pregiudizi nei confronti della psicoterapia o della psicologia in generale?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

Nel caso in cui si risponda da 5 a 10, risponda anche a questa domanda:

Penso di poter cambiare idea nei confronti della psicoterapia o della psicologia in generale?

|0||1||2||3||4||5||6||7||8||9||10|

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Al termine di questo esercizio, avremo certamente le idee più chiare. Potremo sondare approfonditamente eventuali preconcetti nei confronti delle discipline psicologiche, confrontandoci con amici, parenti, medici e leggendo pubblicazioni autorevoli e scientifiche al riguardo; avremo avuto modo di guardarci dentro, almeno per un attimo, per meglio comprendere la nostra reale disposizione ad incontrare uno psicoterapeuta con fiducia nel momento presente, o in un prossimo futuro.

dott.ssa Federica Majore
Psicologa – Psicoterapeuta

392.4131042

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