Body shaming significa, letteralmente, derisione del corpo. Quest’espressione indica, infatti, l’atto stesso di deridere o di discriminare un individuo per le caratteristiche del suo aspetto fisico, considerato non aderente ai canoni estetici che si sono affermati in quel determinato momento storico.

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Il body shaming esiste da sempre

Oggi si parla tantissimo di body shaming ma, fino a pochissimi anni fa, questo concetto non esisteva nemmeno. Come minimo, di certo non gli era stato dato un nome. In realtà, il body shaming esiste da sempre, basti pensare a quei tipi di discriminazione che hanno origini antiche, come le superstizioni contro le persone con i capelli rossi. Inoltre, il body shaming dipende dal luogo e dal tempo in cui ci si trova. Sebbene, potenzialmente, qualsiasi caratteristica fisica giudicata “non conforme” possa essere presa di mira, la forma di body shaming più diffusa oggi sembra essere la grassofobia (fat shaming). Anche in questo caso, la storia ha il suo peso: in seguito alla seconda guerra mondiale (quindi a un periodo di grandi ristrettezze), infatti, lo stereotipo femminile era quello della donna in carne, come reazione alla carenza di cibo che aveva caratterizzato il periodo precedente. Inoltre, rimaneva la convinzione che la donna dalle forme prosperose, forte e robusta, fosse la più adatta a diventare una vera madre e una buona moglie. Oggi potrebbe sembrare incredibile, ma a rivendicare il diritto di poter avere un fisico asciutto e atletico, dunque di non dover per forza corrispondere a quell’ideale di donna, furono i movimenti femministi: tutto il contrario rispetto a ciò che succede oggi, a dimostrazione che il periodo storico ha un’enorme influenza sulle caratteristiche che il body shaming prende particolarmente di mira.

Quali caratteristiche fisiche prende di mira il body shaming?

Nonostante, dunque, l’espressione body shaming porti facilmente a pensare a un tipo di discriminazione basato sulla forma fisica, qualsiasi caratteristica può essere presa di mira: l’adiposità, la magrezza, la statura, la peluria, la muscolatura… persino patologie considerate antiestetiche, come acne e psoriasi. Con il body shaming, il carattere fisico viene colpito perché considerato non conforme ai canoni estetici largamente diffusi e non importa se la caratteristica presa di mira sia o meno dannosa per la salute, o se sia modificabile: la maggior parte delle volte, i canoni estetici non tengono affatto in considerazione la salute, sebbene la grassofobia abbia fatto dell’affermazione “grasso non è sano” il suo motto. I canoni estetici imposti dalla società non tengono in conto che il modello di fisico che sponsorizzano non corrisponde a quello della maggioranza della popolazione, né sui media ci si preoccupa abbastanza di diffondere il messaggio che per considerare una persona apprezzabile e degna di rispetto quest’ultima non sia obbligata ad avere un fisico che corrisponda ai suddetti canoni. Dunque, il corpo della vittima di body shaming viene considerato anormale e la vittima viene colpevolizzata e indotta alla vergogna. Ne deriva una drastica riduzione dell’autostima, che può condurre a problemi come disturbi alimentari, ansia e depressione.

Body shaming: una piaga per uomini, donne e adolescenti

Quando si tratta l’argomento del body shaming si tende, spesso, a parlare al femminile. Sebbene le vittime siano per la maggior parte donne, la derisione del corpo colpisce anche gli uomini, spesso soggetti a discriminazioni per questioni come muscolatura, altezza, e calvizie. Non bisogna, poi, dimenticare gli adolescenti, particolarmente soggetti al body shaming proprio perché in un momento della vita in cui non solo si attraversano numerosi cambiamenti fisici dovuti all’età, ma si ricerca anche in modo particolare l’accettazione sociale. Il body shaming può essere aggravato dalla larga diffusione di modelli estetici irraggiungibili sui social media, in cui può sfociare nel cyberbullismo.

Combattere il body shaming

Rispetto anche solo a pochissimi anni fa, abbiamo fatto passi da gigante: innanzitutto, oggi si parla di body shaming e se ne parla tanto. Internet e i social media sono spesso visti come invasori delle nostre vite, utilizzati per diffondere negatività e discriminazione, ma non dimentichiamo che sono mezzi potentissimi grazie ai quali è possibile inviare (e, di fatto, stiamo inviando) messaggi di ottimismo e di inclusione: basti pensare alla body positivity. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa. Spesso, non ci rendiamo conto del peso che hanno le parole, ecco perché qualcuno ha detto: “Se non hai niente di carino da dire, è meglio non dire niente”. Ma, se pensiamo qualcosa di bello, allora diciamolo. Non abbiamo idea dell’ondata di positività che può scaturire da una semplice parola, da un solo complimento.

La psicoterapia per le vittime di body shaming

Scarso senso di autostima, ansia e depressione possono derivare dall’essere vittime di body shaming. In tutti questi casi, è possibile avviare un percorso di psicoterapia a Roma: attraverso la terapia EMDR e la psicoanalisi relazionale, potremo focalizzarci sulle esperienze negative che hanno generato il problema, per poi dedicarci al potenziamento e al rafforzamento delle risorse interiori, nonché all’individuazione e alla realizzazione di obiettivi futuri. In questa prospettiva, l’aspetto centrale del cambiamento è la relazione terapeutica grazie alla quale il paziente potrà riattualizzare le dinamiche, i modelli e gli schemi relazionali appresi che lo condizionano nella visione di sé e del mondo: attraverso la terapia, imparerà a riconoscerli e a modificarli, proprio grazie agli scambi interpersonali con l’analista.

Anche per gli adolescenti un percorso di psicoterapia in ottica relazionale può aiutare a riconoscere le proprie dinamiche e a verbalizzare emozioni, convinzioni, schemi e comportamenti spesso difficili da mettere a fuoco e da esprimere. All’interno di una relazione protetta, di alleanza, inscritta in un setting stabile e sicuro, sarà, inoltre, possibile attivare un intervento precoce sui sintomi in esordio, prevenendo il bisogno di cure più impegnative in età adulta.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com

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