Partecipando a diverse comunità Social (come gruppi Facebook) trovo evidente come, purtroppo, la chirurgia (così come il dimagrimento ottenuto tramite farmaci o diete squilibrate) non offra una risposta, una soluzione definitiva al problema del sovrappeso, perché non insegna nulla alla persona, che semplicemente si ritrova con uno stomaco di dimensioni ridotte – quindi inizialmente mangia meno e perde peso in questo modo – ma con la stessa identica TESTA di prima.
Pensiamoci un momento: se mangiassimo solo per fame, saremmo normopeso. Se siamo in sovrappeso, è proprio perché mangiamo per ragioni DIVERSE dalla fame.
Se la fame è data dalla sensazione di pienezza gastrica e quindi dalle dimensioni dello stomaco, e noi riduciamo quelle, la FAME diminuirà. Ma L’APPETITO? …Quel languorino improvviso, dettato da un momento specifico, da un’emozione intensa, da una situazione stressante…? Quello che ha bisogno di essere soddisfatto SUBITO. Quello che ha imparato a vivere il cibo come GRATIFICAZIONE, come SODDISFAZIONE DI UN BISOGNO immediato…? Quello resterà. Ed è quello che, nella maggior parte dei casi, fa ingrassare. E non può in alcun modo essere gestito, se non da un punto di vista psicologico, perché è lì che si origina. Per questo, la maggior parte delle persone che decidono di sottoporsi ad un intervento chirurgico (chirurgia estetica, endoscopica o bariatrica) dovrebbe avere (non sempre, purtroppo, accade) la possibilità di rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto nella gestione del comportamento alimentare. Perché se non cambia la TESTA, difficilmente sarà l’intervento a risolvere il problema per sempre!

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