Oggi parliamo dei benefici psicologici del cucinare insieme in questo periodo di quarantena, a causa del COVID-19.
Dietro ogni ricetta ritroviamo un pezzetto di noi. “Il bambino, da solo, non esiste”, afferma lo psicoanalista britannico Winnicott (1965) perché, senza la presenza di un adulto che si prenda cura di lui, è destinato a non sopravvivere. Prendersi cura comporta il nutrirlo, in quel primo atto d’amore costituito dall’ allattamento, naturale o artificiale, che crea un legame indissolubile tra il bambino ed i suoi genitori. Ed è proprio in questa prima condivisione affettiva che inizia a strutturarsi quella “danza interattiva” (Stern ,1995) quell’ alternarsi di contatto e separazione, azioni e pause, all’ interno del quale si struttura il Sé (Bowlby, 1969) e prende avvio lo sviluppo sociale, emotivo, cognitivo del bambino. L’importanza della cucina e del pasto acquisisce altre qualità a mano a mano che il bambino cresce. Le atmosfere, i profumi, i rumori, i dialoghi, i pensieri, le sensazioni e le emozioni che abbiamo vissuto durante i pasti condivisi con gli adulti di riferimento verranno nel tempo tradotti in uno schema cognitivo, in un modello di pensiero e di comportamento relativo al cibo che ci condizionerà anche nella vita adulta.
Oltre ad essere veicolo di conoscenza del Sé, di condivisione affettiva, trasformativa e comunicativa, l’atto del cucinare e del mangiare rappresenta una delle massime espressioni della personalità. Il piatto bianco diventa dunque una tela vuota in cui è possibile rappresentare il proprio modo di essere, in modo originale ed intimo.
Non dimentichiamo poi l’importanza dell’atto del cucinare per gli altri; far da mangiare per qualcuno è un comportamento altruistico. E l’altruismo, così come il cibo e la sua condivisione, è in grado di far sentire felici le persone ed aiuta a costruire legami fra loro.
Cucinare per gli altri significa anche, a livello psicologico, crescerli, nutrirli, preservarli.
Un’altra caratteristica importante della cucina è che ci costringe a concentrarci e liberarci da altri pensieri, utilizzando tutti e 5 i sensi. Come tutte le attività manuali, quindi, è ottima anche nella gestione dello stress e delle emozioni negative in questo periodo di quarantena, perché obbliga a focalizzare la propria attenzione su un compito specifico, sgravandoci dalla pressione e delle preoccupazioni. I vantaggi più evidenti della cucina consapevole vanno dal raggiungimento di un livello di concentrazione migliore alla concreta riduzione dei livelli di stress, ad un importante stimolo verso l’adozione di uno stile di vita più sano.
Quindi, se cuciniamo consapevolmente, il risultato può essere molto terapeutico.
Cucinare insieme è, dal punto di vista psicologico, uno dei modi più importanti per aiutare la coppia, specialmente nei momenti più difficili da affrontare!
In primis, cucinando insieme si impara a prestare ascolto all’ altro. Spesso le difficoltà della coppia iniziano proprio dal non accogliere e comprendere i bisogni del partner. Preparare insieme un buon piatto implica il dover necessariamente trovare un canale comunicativo, una complicità necessaria a che la ricetta riesca: non ci si può isolare, chiudere; bisogna parlare, confrontarsi, ideare, realizzare a 4 mani.
La vicinanza fisica poi è importante perché normalmente, per la maggior parte della giornata, non si ha la possibilità di stare insieme. Mettersi ai fornelli insieme può rappresentare anche un modo per ritrovare lo spirito di collaborazione e la prossimità con il partner. Stare vicini aiuta a sfiorarsi, toccarsi ed avere un contatto fisico che migliora la vita di coppia in generale.
Se il risultato della cucina sarà positivo, inoltre, questo sarà fonte di soddisfazione e migliorerà il rapporto di coppia. Aiuterà a sentirsi complici, uniti. Ma anche gli errori, in cucina, sono utili: spingono infatti a capire come migliorarsi, come trovare soluzioni alternative per ottenere risultati ottimali.
Cucinare insieme agli amici può contribuire a stimolare un senso di fiducia, di comunità; può creare significati condivisi, obiettivi comuni, un senso d’appartenenza, di vicinanza e d’intimità. Tutti aspetti che, da un punto di vista psicologico, sono stati collegati a fenomeni quali una maggiore felicità, un calo della depressione e un maggiore senso di benessere. Cucinare con gli altri aiuta anche a formare e cementare legami con le persone che amiamo.
Come italiani, poi, la tradizione culturale impone che il pasto sia il più possibile conviviale, condiviso, e che questo possa diventare un’occasione per appianare divergenze, per discutere insieme di argomenti delicati, intimi e per trovare possibili soluzioni, sostegno e calore!
In questo momento in cui non possiamo incontrarci fisicamente, sarà bellissimo darci appuntamento con gli amici su Zoom o Skype per preparare la pizza, la lasagna o un bel tiramisù tutti insieme!
Preparare un menù in famiglia può rappresentare un momento di collaborazione e di profonda condivisione e di trasmissione di aspetti tradizionali, legati al territorio, alla cultura, all’ eredità del nostro passato. In tal senso, i nonni sono figure fondamentali poiché rappresentano un porto sicuro di affetto, di attenzione e di amorevolezza che ci portiamo dentro tutta la vita. Se convivono con noi, preparare un buon pasto assieme ai nonni costituisce, per figli e nipoti, una possibilità di tramandare ricette della tradizione, preservando nel tempo i legami affettivi che hanno caratterizzato la loro storia, la loro infanzia, la loro personalità. Mentre si cucina, come detto, si perpetua un legame e mangiando insieme questo si rafforza ed acquisisce una propria identità. Ed i nonni ne saranno felicissimi!
Anche dedicarsi alla cucina con i propri figli è un vero e proprio atto d’amore. Secondo gli studi sulla psicologia infantile, il gusto dei bambini si sviluppa in tenera età e per questo proporgli di mettere “le mani in pasta” può aiutarli ad aprirsi a nuovi orizzonti culinari. Avendolo preparato con le proprie mani, poi, i bambini avranno più soddisfazione nel gustare il piatto. Conoscere il cibo sia dal punto di vista nutrizionale che sensoriale, d’altronde, è il primo passo per sviluppare e mantenere anche da adulti delle sane abitudini alimentari.
Per i bambini la cucina è un posto magico, dove gli ingredienti si trasformano. Se farina, uova e latte singolarmente non suscitano entusiasmo, una volta presa la forma di una graziosa torta, essi avranno tutto un altro effetto. Creare qualcosa dalla materia grezza è molto gratificante e per questo è importante che possano dare spazio alla fantasia e che si sentano anche liberi di sbagliare. Gli incidenti di percorso, infatti, li aiuteranno a ricercare una soluzione, stimolando la creatività e la capacità di affrontare le paure che gli sbagli possono generare. Cucinare insieme aiuta poi i bambini ad essere meno diffidenti verso il cibo, ad aver voglia di assaggiare e sviluppare curiosità verso gli ingredienti.
Anche preparare la tavola in modo accogliente è importante. Una tavola apparecchiata ed imbandita, infatti, richiede una cura e un’attenzione cui dedicarsi con la stessa passione con cui si sceglie il menù e si preparano i cibi. È importante godere del momento della preparazione, prendendosi tutto il tempo necessario per rendere confortevole il momento del pasto. Predisporre una tavola semplice, attorno alla quale possiamo sederci comodamente, avendo a disposizione tutto quello che serve per gustare un buon pasto, ci aiuterà a sentirci a nostro agio e vivere con maggior serenità questo difficile momento storico.
Spero di avervi dato spunti di riflessione per affrontare serenamente il vostro rapporto con la cucina, ai tempi del Coronavirus!
dott.ssa Federica Majore
Psicologa, Psicoterapeuta, Psicoanalista
Terapeuta EMDR
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