Pubblicità, riviste e mondo dello spettacolo propongono modelli estetici irrealizzabili per la maggior parte della popolazione.La magrezza e il controllo del peso vengono glorificati, ed il sovrappeso e l’obesità divengono motivo di vergogna ed emarginazione sociale. 

Ben lungi dal dichiarare tali modelli come irraggiungibili, i media creano e cullano l’illusione che sia possibile, con l’esercizio della forza di volontà, raggiungere l’agognato ideale che loro stessi impongono.
Questi messaggi, dunque, non celano solo un imbroglio, ma generano nell’individuo la necessità di aderire a quel canone per avere successo nella vita. Bellezza, magrezza e immagine personale diventano vere e proprie ossessioni, senza le quali sembra impossibile essere accettati, integrati, apprezzati.
La perfezione come ideale si trasforma in un imperativo cui è difficile sottrarsi, bombardati dalle immagini provenienti dalle pagine della moda, dello spettacolo e sommersi da prodotti appositamente studiati per sostenere questo meccanismo, dagli integratori più o meno naturali a veri e propri farmaci anoressizzanti, fino ad arrivare agli interventi di chirurgia estetica e bariatrica.

La Diet Industry é il fenomeno del mercato delle diete per la produzione di prodotti, strumenti, strategie, programmi ed altri metodi impiegati per la perdita del peso. Solo negli USA, essa fattura circa 40 miliardi di dollari all’anno. I produttori dei cosiddetti “alimenti dietetici” crescono esponenzialmente, e i redattori delle riviste femminili sanno che promettere una rapida perdita di peso in copertina porterà ad un maggior numero di copie vendute.

Ciononostante, la popolazione mondiale sembra tendere verso il sovrappeso. Esiste una connessione?
La prima cosa che dovremmo chiederci è: la Diet Industry farebbe davvero così tanto denaro, se funzionasse? Non dovremmo essere tutti sani e normopeso, se così fosse?
Al contrario, a quanto pare l’industria delle false aspettative riesce a raggiungere un numero di clienti sempre più elevato e …sempre più in sovrappeso.

Nel 1997, alcune agenzie governative americane (tra cui la American Society for Clinical Nutrition) promossero una conferenza, invitando specialisti che si occupavano a vario titolo di programmi per la perdita del peso. Il titolo della conferenza era “Prodotti e programmi commerciali per la perdita del peso: i consumatori cosa guadagnano e cosa perdono?”. Lo scopo era quello di comprendere in che modo migliorare la qualità dell’informazione disponibile circa obesità, perdita di peso e programmi dimagranti. Alcuni dei punti principali emersi furono:

– le percentuali di mantenimento della perdita di peso raggiunta sono scandalosamente basse; circa il 95% delle persone a dieta recupera, in breve tempo, il peso perduto;
– le percentuali aumentano in positivo, quando le persone vengono incoraggiate a perdere peso lentamente e ad imparare a gestire lievi incrementi ponderali;
– i consumatori (o “dieters”) non sono debitamente informati sui reali risultati dei programmi di perdita del peso nei quali investono così tanto tempo, energia, denaro e impegno;
– i membri della Diet Industry hanno dichiarato che fornire al pubblico informazioni accurate e dati concreti sarebbe scoraggiante ed avvilente e toglierebbe loro “il sogno” di raggiungere il proprio “peso ideale” grazie ad essi!!!

Ma vediamo più da vicino alcune delle più comuni aspettative irrealistiche circa la perdita di peso promossa dalla Diet Industry.

1. “Meno mangio, più dimagrisco”. Poiché uno degli aspetti più difficili dello stare a dieta riguarda il desiderio di vedere l’ago della bilancia scendere rapidamente, spesso si finisce per adottare restrizioni alimentari estreme. La tentazione di assumere integratori o sostitutivi del pasto in grado di ridurre drasticamente l’apporto calorico assunto; errori di pensiero che ci fanno immaginare “Ho BISOGNO di perdere 5kg in una settimana; ma una volta raggiunto l’obiettivo, seguirò di certo un’alimentazione corretta e farò attività fisica!”; l’illusione che “più rapidamente” e “meno” sia sinonimo di “migliore” e soprattutto di “definitivo”… sono tutti errori cognitivi e comportamentali sostenuti dalla Diet Industry, che ci spingeranno a non considerare la perdita di peso come un percorso da affrontare gradualmente, analizzandolo nei suoi meccanismi automatici ed emotivi, consentendo a nuove, positive, abitudini di cementarsi garantendo così il mantenimento dei chili persi.

2. “Voglio raggiungere il mio peso ideale”. Ma qual è il peso IDEALE e come si distingue da quello GIUSTO? Molti non hanno un’aspettativa realistica, un obiettivo di dimagrimento raggiungibile, che a sua volta viene continuamente stravolto dalle numerose diete cui, nell’arco di una vita, ci si sottopone. Avete mai notato che, ogni volta che vi rimettete a dieta, perdere peso diventa sempre più difficile?

Puntare a ridurre la percentuale di massa grassa, ad esempio
1. rappresenterebbe un obiettivo molto più sano; restituisce un risultato concreto, al netto della massa magra e della percentuale d’acqua, che può variare continuamente, dando l’impressione di avere un peso corporeo oscillante;
2. aiuta ad archiviare mentalmente i concetti di “chilo” e “calorie” come unità di misura dei nostri successi o insuccessi;
3. modifica il carico emotivo della pesata sulla bilancia, non più vissuta come angosciante e talvolta umiliante rito, ma come atto di consapevolezza su come è composto il nostro corpo, stimolando la motivazione necessaria ad intraprendere i giusti passi per riequilibrarlo in salute.
4. Inoltre, conoscere la differenza tra massa grassa e magra e puntare ad un graduale incremento della seconda è un obiettivo molto più utile per il mantenimento dei risultati. Il numero di calorie bruciate giornalmente è, infatti, legato direttamente alla composizione corporea; maggiore è la percentuale di massa magra, più elevato il numero di calorie bruciate!

3. Le percentuali riportate dalla Diet Industry (es. perdi 5kg a settimana con la nostra dieta iperproteica!) spingono a desiderare di perdere grandi quantità di peso il più velocemente possibile. In realtà, sappiamo che il dimagrimento è tanto precario quanto più è rapido! La letteratura scientifica indica infatti che una riduzione del 10% del proprio peso, ottenuta in 6 mesi, dovrebbe rappresentare la massima soglia a cui
aspirare per non rischiare di recuperare quanto perduto (e oltre) ed evitare rischi alla salute.
Provate a fare un calcolo: a quanto ammonta il 10% del vostro peso?
E, dividendolo per 6 mesi, quanto dovreste perdere mensilmente?
Infine, quanto vi sembra diverso, questo obiettivo, dalla miracolosa e subitanea perdita di peso di cui avrete certamente letto sulle riviste, sentito in tv, visto su internet?

4. Mantenimento. La maggior parte dei programmi di dimagrimento attualmente commercializzati presenta la fase di mantenimento come una sorta di “momento magico”, durante il quale il dieter riuscirà a tornare a mangiare “normalmente”. In realtà, soprattutto dopo una notevole perdita di peso, questo è altamente improbabile. Realisticamente, mantenere la forma fisica raggiunta richiede il medesimo sforzo – se non uno maggiore – dello stare a dieta. Molti non sanno che, a questo scopo, è ad esempio molto più utile sviluppare delle sane abitudini di attività fisica protratte nel tempo!

5. Siamo tutti uguali. La Diet Industry sembra sfornare diete e programmi uguali per tutti; attraverso l’acquisto di quel prodotto o l’ingestione di quell’alimento TUTTI possono perdere lo stesso quantitativo di peso nel medesimo intervallo di tempo.
A pensarci bene, non vi sembra assurdo? Ad esempio, accettereste di indossare ad una cerimonia un abito che è stato cucito su misura per una vostra amica …con forme completamente diverse dalle vostre?
Infilereste ai vostri piedi un paio di scarpe a caso …di un numero diverso dal vostro?
Dormireste con un bite odontoiatrico appositamente creato …sulla dentatura di un altro?

Credo di no.

Chiunque voglia perdere del peso corporeo e si sia trovato da solo di fronte ad un foglio stampato con su scritta la solita dieta, domandandosi perché sente di poter nuovamente fallire, ancor prima di aver iniziato… dovrebbe avere la possibilità di informarsi e conoscere i meccanismi che governano e manipolano
desideri, abitudini, ideali, che ci portano ad avvertire un reale bisogno di sottoporci a drastici e squilibrati programmi alimentari, carichi del senso di colpa sperimentato ad ogni precedente fallimento, dicendo a noi stessi “stavolta è quella buona!”…prima che il circolo vizioso ricominci.

Un percorso PERSONALIZZATO sulla base delle proprie abitudini ed esigenze, alla scoperta di obiettivi concretamente realizzabili, con il giusto metodo e il giusto tempo consentirà di trovare la propria strada verso il raggiungimento ed il mantenimento del GIUSTO PESO …PER SEMPRE! Senza dieta, senza prescrizioni, senza pillole, senza false promesse.
Lo Psicologo del Comportamento Alimentare nasce per promuovere una corretta educazione alla gestione del peso e del proprio rapporto con il cibo.
Aiuta a divenire consapevoli del proprio stile alimentare, modificandolo per poter mangiare con gusto, senza sensi di colpa e in sintonia con il proprio fabbisogno biologico.
Attraverso l’utilizzo di tecniche cognitivo-comportamentali è possibile individuare abitudini scorrette e motivazioni sottostanti, favorendo la perdita del peso in eccesso agendo sulle componenti emotive e psicologiche che influenzano il rapporto con il cibo.

La dieta prescrive ciò che possiamo e non possiamo mangiare; non agisce sul PERCHE’ mangiamo quel che non dovremmo!
Ci sono domande che dobbiamo porci se vogliamo fare del percorso di dimagrimento qualcosa di più autentico e profondo, che ci aiuti a ritrovare un equilibrio ed a mantenerlo nel tempo.

Fonte: http://books.google.it/books/about/Commercial_Weight_Loss_Products_and_Prog.html?id=zcimHAAACAAJ&redir_esc=y

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