M. Gardner, docente dell’Università del Delaware, ha messo a punto una serie di esperimenti per verificare in che misura l’umore possa influenzare le nostre scelte alimentari. 
Essere tristi, arrabbiati o sentirsi sereni e positivi può condizionare le nostre preferenze su un alimento, piuttosto che un altro? 

Introducendo due distinte categorie – cibo salutare vs. comfort food – lo studio ha postulato che siamo condizionati, nella scelta, sia dal tono dell’umore che da una diversa prospettiva temporale, che altera la possibilità di distinguere lucidamente i benefici di un’alimentazione sana nel lungo termine dagli immediati vantaggi di un cibo “di conforto”, nel breve termine.

Per dimostrare questa ipotesi, l’autrice ha sposato la teoria della regolazione affettiva (che studia il modo in cui le persone reagiscono ai propri stati d’animo ed emozioni) con quella delle prospettive temporali (in che modo percepiamo lo scorrere del tempo).

Meglio l’uovo oggi o la gallina domani? Preferiamo ottenere benefici concreti e immediati (sapore, gusto, scarica endorfinica) oppure astratti e duraturi (forma fisica, salute)?

I risultati dei quattro esperimenti hanno inequivocabilmente dimostrato che:
1. Essere di buonumore spinge a pensare in astratto, guardare al futuro, desiderare di essere in salute e scegliere, di conseguenza, cibi sani e nutrienti.
2. Vivere uno stato d’animo negativo spinge a prediligere un’immediata soddisfazione del bisogno di gestire, nel concreto, il cattivo umore, consumando cibi grassi e “comfort”.

Questa scoperta si aggiunge a quanto già noto alla comunità scientifica internazionale: la prescrizione di una DIETA non può bastare al raggiungimento di un equilibrio psicofisico e al mantenimento di un peso in linea con il proprio benessere.
Emozioni e stati d’animo, uniti ad una modalità comportamentale orientata alla ricerca del soddisfacimento immediato, sono dannosi per l’organismo e per la mente.
Una strategia efficace per modificare queste abitudini, suggeriscono gli autori, non passa di certo per la conta delle calorie, ma per una approfondita riflessione su quali siano i meccanismi automatici che spingono a ripetere quegli “errori alimentari” che conducono inevitabilmente ad un peggioramento dello stato generale di salute, al sovrappeso e all’obesità.

La figura professionale con cui costruire un percorso mirato al raggiungimento di obiettivi sani e duraturi, di MENS SANA IN CORPORE SANO, è lo Psicologo del Comportamento Alimentare.

Fonte: http://www.journals.elsevier.com/journal-of-consumer-psychology/forthcoming-articles/better-moods-for-better-eating-how-mood-influences-food-choi/

dott.ssa Federica Majore, Psicologa del Comportamento Alimentare
psicoalimentare@gmail.com

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