Il termine “craving” (che si può tradurre letteralmente in con “brama” o “desiderio insaziabile”) nasce per indicare il desiderio incontrollabile di assumere una sostanza stupefacente. Il desiderio irrefrenabile è spesso accompagnato da una ricerca compulsiva o dall’attuazione di comportamenti specifici al fine di ottenere ciò di cui si sente un fortissimo bisogno. Con la locuzione food craving ci si riferisce, invece, al desiderio non solo compulsivo, ma anche impulsivo, di particolari alimenti, specie se con un alto contenuto di grassi o di zuccheri (fonte: Wikipedia).

Differenza tra food craving e fame reale
Due sono gli aspetti che differenziano il food craving dalla fame reale: intensità e specificità.
Il food craving porta a desiderare un cibo specifico con un’intensità così alta e difficile da placare che tale brama arriva a interferire con le attività quotidiane. Il food craving è, infatti, un tipo di desiderio potente e irrefrenabile, che ha bisogno di essere soddisfatto il prima possibile. Ciò lo distingue dalla fame reale, nonché dalla normale voglia di un determinato cibo rispetto a un altro.
Anche la specificità aiuta a distinguere il food craving dalla fame reale: quando si ha fame, infatti, si può ricorrere a qualsiasi cibo (che dia comunque una sensazione gradevole). Per fare un esempio, dopo una mattinata di lavoro, a ora di pranzo si potrebbe optare per un panino, un piatto di pasta, una fetta di carne, un’insalata… in base a quanta fame si ha, alla disponibilità di cibo in quel momento, alle proprie preferenze o abitudini… il food craving, invece, è rivolto a cibi specifici e può sopraggiungere in qualsiasi fase della giornata, specialmente in un momento di stress: alla fine di una giornata pesante, ad esempio, potrebbe palesarsi la voglia irrefrenabile di un cibo che gratifichi, come cioccolata, gelato, patatine fritte… una sensazione che non è semplice fame biologica, ma un desiderio da soddisfare immediatamente, in quel preciso momento.
Le cause del food craving
Sembra che a essere responsabili del food craving siano quelle aree del cervello che controllano l’inibizione e la ricompensa. Infatti, la maggior parte delle volte il food craving si manifesta in situazioni di sovraccarico emotivo o di stress. In questo caso, l’origine del craving può risalire allo stato d’animo e alle emozioni negative. Il cibo, specialmente quello grasso, molto sapido o molto dolce, innesca una sensazione di ricompensa e gratificazione che sfocia nello schema: emozione negativa = “torto” subito à bisogno di riequilibrare la situazione (“merito qualcosa di buono!”) = ricorso a un cibo particolarmente soddisfacente.
Il problema arriva quando questo schema si reitera, diventando praticamente un’abitudine. Non si tratta di un vero e proprio disturbo alimentare, ma può essere il preludio, ad esempio, di DCA come la bulimia. Inoltre, chi soffre di food craving spesso non riesce ad “accontentarsi” di un quadretto di cioccolata o di qualche patatina, ma è più portato alla cosiddetta “abbuffata”: il consumo ripetuto e frequente di cibo in esubero, anche quando non si ha un senso di fame reale o anche quando, dopo aver placato la fame, sopraggiunge il senso di sazietà ma si continua a mangiare. Ciò, naturalmente, finisce per arrecare danno all’apparato digerente e al metabolismo, portando frequentemente anche a sovrappeso e obesità.
Contrastare il food craving
Una situazione del genere è dannosa per qualsiasi essere umano, ma rende la vita ancora più difficile a chi cerca di perdere peso, ma continua a sperimentare episodi di food craving.
In ogni caso, ci sono due regole d’oro da rispettare per non essere vittime del food craving:
- Evitare la restrizione
Non in quanto all’introito calorico, ma alla quantità di cibo ingerito: mangiare poco, infatti, non porta automaticamente al dimagrimento, al contrario, non è sano! È sano essere sazi e soddisfatti seguendo un’alimentazione equilibrata e saziante. In questo modo, è anche più facile evitare la perdita del controllo. Se non si è sazi e si ha fame, invece, sarà difficile evitare l’impulso a procurarsi del cibo; - Non evitare i cibi di cui si ha voglia
Potrebbe sembrare una contraddizione, ma è così: non bisogna evitare i cibi di cui si ha voglia! Solitamente, più ci si sforza di eliminare un pensiero, più esso ritorna con forza. Per ridurre il food craving, dunque, la soluzione non è evitare determinati cibi, perché in questo modo essi diventeranno un’irresistibile attrazione. Sapere, invece, di poterli mangiare, consumarli in modo contenuto e non troppo spesso, prevedendo di farlo, sono tutti modi per allenare il controllo senza privarsi della gratificazione. La certezza di poter consumare un cibo senza “sensi di colpa”, di poterlo comprare e tenere in casa per i momenti in cui se ne ha voglia abbasserà drasticamente il pensiero ossessivo nei suoi confronti. Capiterà anche di lasciarlo lì, in frigo o nella dispensa, senza nemmeno pensarci più.
Food craving e psicoterapia
Se ci sono degli ostacoli che impediscono di seguire un’alimentazione sana, bisogna lavorare prima a livello psicologico, analizzare il desiderio di determinati cibi, comprendere i contesti e le situazioni in cui si manifesta. In generale, per contrastare gli episodi di food craving, è necessario lavorare sulla riduzione dei livelli di stress e/o di malessere aiuta e sviluppare nuove modalità per affrontarli. Un lavoro di questo tipo deve prevedere l’intervento di un professionista che si occupi degli aspetti comportamentali (psicologo, psicoterapeuta) e, nel caso in cui il paziente abbia bisogno di perdere peso per questioni di salute fisica, la sinergia con una figura professionale che si occupi anche degli aspetti nutrizionali (dietologo, nutrizionista, dietista).
Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com
