“Quello che preoccupa non è il cibo in sé, ma il suo uso emotivo, come modulatore dell’ansia e delle emozioni”, dice il prof. Riccardo Dalle Grave. “E per chi segue una dieta rigorosa e mira alla perdita di peso, le abbuffate sono viste come la perdita di autocontrollo e non come un segno che le regole alimentari autoimposte sono troppo rigide. Per questo ci si nasconde.” (clicca sulla citazione per leggere l’articolo)
Diete eccessivamente restrittive, ossessione per peso e calorie, ideali di bellezza irraggiungibili e pressioni esterne del tipo “mettiti a dieta!” , “devi dimagrire!”, “sei ingrassata eh?” …sono solamente alcune delle problematiche che portano ad adottare soluzioni estreme last-minute che, alla fine, provocano l’effetto contrario.
Anziché dimagrire si ingrassa e, se la situazione sfugge di mano, si scivola in una condizione di cronicità che può portare all’obesità ed, in alcuni casi, ai disturbi alimentari.
Se la problematica è di tipo cognitivo/emotivo – come sottolinea il prof. Delle Grave – il problema non è risolvibile con una dieta, ma va affrontato attraverso un percorso psicoterapico incentrato sulla gestione del comportamento alimentare.
dott.ssa Federica Majore
Psicologa – Psicoterapeuta
Membro GdL “Psicologia e Alimentazione” presso Ordine degli Psicologi del Lazio
psicoalimentare@gmail.com
