Basta scrivere la parola “dieta” su Google per ricevere una lista smisurata di link con consigli, diete, ricette miracolose per “dimagrire in meno di un mese”, eccetera. Inoltre, i bombardamenti mediatici cui siamo perennemente sottoposti (tv, riviste, social…) non aiutano a sapersi destreggiare in un oceano di promesse improponibili e, spesso, anche dannose alla salute. Diffidate da queste pubblicità: non credete a nessun farmaco, nessuna pillola, miracolo. Non è possibile parlare di dieta se non si considera la consapevolezza di dover iniziare un cambiamento, un percorso (a volte non semplice) per migliorare le proprie abitudini di vita.

Dietro l’aumento del peso spesso ci sono storie, vissuti, sensazioni, stati d’animo, pregiudizi… il sovrappeso e l’obesità possono anche essere l’espressione di una malattia organica o di un disagio psicologico. È sconsiderato intervenire sulla nostra alimentazione con generiche restrizioni, magari anche auto-prescritte, se prima non si è certi della causa del proprio sovrappeso; è necessario sottoporsi, cioè, ad una attenta valutazione del problema, che tenga in considerazione fattori individuali, costituzionali, clinici, psicologici, sociali.

Dimagrire non è così semplice come tante persone pensano e assai raramente avviene con i metodi proposti o immaginati come “attendibili”. Per acquisire buone abitudini di vita, spesso non bastano semplici indicazioni o prescrizioni e – quante volte ve l’hanno detto? – “tanta buona volontà“.

Ma partiamo dall’ inizio, dal vero significato della parola “DIETA”, oggi tradotto principalmente con “restrizione calorica e alimentare”. La parola “dieta” deriva dal greco, δίαιτα e significa “modo di vivere”. La “dieta”, più che come “restrizione” come “stile di vita” si configura quindi come un modus vivendi sano ed equilibrato  che, una volta acquisito, permette di vivere in salute, mangiando il giusto, assecondando il senso di fame/sazietà, senza privazioni e tutti i correlati emotivi che ne conseguono: frustrazione, disperazione, senso di vuoto, di sconfitta, desolazione, sensi di colpa e fallimento.

La prescrizione di una DIETA non può bastare al raggiungimento di un equilibrio psicofisico ed al mantenimento di un peso in linea con il proprio benessere.

Inoltre, emozioni e stati d’animo, uniti a credenze errate sul cibo e ad abitudini alimentari scorrette, hanno un’innegabile influenza sull’ ago della bilancia. L’emotional eating, letteralmente il “mangiare emotivo” è la maggior causa di sovrappeso e di obesità e rappresenta una problematica di natura psicologica che va affrontata con un percorso ad hoc.

Una strategia efficace per modificare queste abitudini passa attraverso un’approfondita riflessione su quali siano i meccanismi automatici (ad esempio: emozione negativa > bisogno di consolazione immediata > assunzione di cibi ricchi di grassi > illusoria, momentanea sensazione di sollievo > sensi di colpa per aver compensato il malumore attraverso il cibo > emozione negativa …ecc.) che spingono a ripetere quegli errori che conducono inevitabilmente ad un peggioramento dello stato generale di benessere, al sovrappeso e, nei casi più gravi, ai Disturbi Alimentari (bulimia, anoressia, binge eating…) ed all’ obesità.

Lo Psicoterapeuta esperto in comportamento alimentare può aiutarti a riconoscere questi circoli viziosi, avendo come obiettivo il raggiungimento di un nuovo e stabile equilibrio per il fisico e per la mente.

Dimagrire mangiando… si può! Mangiando in modo adeguato, nel rispetto di se stessi, del proprio organismo, dei propri gusti, dei propri bisogni. Significa non percepire come peccaminoso e trasgressivo mangiare qualcosa che ci piace. Significa cancellare il senso di colpa dal momento del pasto. Significa vivere liberi dall’incubo delle calorie, delle bilance e delle diete. Con attenzione, gusto e amore.

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